Vaccino Covid: cosa dice il Buddhismo?
Eccoci qui a trattare un tema bollente e altrettanto dibattuto, che pochi hanno il coraggio di affrontare civilmente, difatti spesso crea dispute ben peggiori di quelle di fede calcistica, creando dei veri e propri eserciti disposti a difendere le proprie ideologie a spada tratta, amici e nemici che si affrontano sul fronte di guerra con rabbia e violenza spesso verbale, talvolta anche fisica.
Dovete sapere che ho riflettuto parecchio prima di scrivere in merito a questo scottante argomento, la decisione è maturata a seguito del confronto con alcuni amici praticanti e soprattutto dopo aver chiesto lume sul vaccino covid ai maestri spirituali che sentivo più vicini. Negli ultimi mesi ho meditato a lungo provando a ragionarci sopra, non tanto per capire chi potesse avere ragione, piuttosto per cercare di comprendere come avrei potuto agire nella maniera più congrua seguendo i principi buddhisti, poiché in questo mondo duale non esiste mai un “giusto” o uno “sbagliato” che valga per tutti.
Ma partiamo con ordine analizzando uno degli insegnamenti cardine del buddhismo, ovvero il funzionamento del karma, il principio di causa ed effetto enunciato dal Buddha Shakyamuni.
Ciò che influisce maggiormente sull’esito del karma personale è senza dubbio la motivazione che sta alla base di una scelta o di un’azione che effettuiamo; dall’origine dell’intenzione (egoica, neutra o altruista) che ci spinge a compiere un determinato gesto, sappiamo che può maturare un karma sfavorevole, neutro, oppure positivo. Ovviamente questa spiegazione vale per ogni nostro tipo di pensiero e azione che svolgiamo, ma in questo frangente vorrei soffermarmi esclusivamente sulla scelta di fasi inoculare il vaccino covid o meno. La verità scomoda che ognuno di noi tenta di nascondere o di camuffare (spesso raccontandosela), riguarda proprio la giustificazione delle proprie azioni, ovvero si cerca in ogni modo di convincere sé stessi e gli altri, che la scelta intrapresa sia stata fatta per il bene comune, oppure per via di un torto o di un’ingiustizia subita, dovuta ad una causa esterna (per esempio il sistema corrotto). In realtà, nella maggior parte dei casi, queste scelte sono dettate da una motivazione egocentrica che proviamo a mascherare in ogni modo, che ci induce a prendere una decisione esclusivamente (oppure parzialmente) per il nostro beneficio.
Spesso è l’emozione della paura e non quella del coraggio, che ci porta a compiere una determinata scelta.
Difatti numerose persone hanno optato di vaccinarsi spinte dal terrore di venire contagiate dal temibile coronavirus, mentre tante altre stanno scegliendo di non farlo perché temono che il vaccino covid (nato velocemente e somministrato in modalità sperimentale) possa arrecare danni alla loro salute maggiori del virus stesso.
Non solo, l’emozione della paura ci porta altresì a negare la verità, come sostenere che il virus non esista, o credere a sistemi complottisti di stampo mondiale che hanno architettato ogni cosa ad opera d’arte; oppure nel caso opposto di esasperarla, con la conseguente ondata di terrore che ha portato la popolazione a percepire il covid come un mostro oscuro senza scrupoli, arrivando a tacciare coloro che non seguivano scrupolosamente le regole imposte dal governo, come dei criminali senz’anima e senza fede nella scienza medica.
La moderna psicologia ci insegna che tutti gli estremismi sono il frutto di una visione rigida e distorta della realtà da parte della mente umana.
Tant’è vero che il Buddha storico professava la Via di mezzo come l’unica possibilità per poter raggiungere l’illuminazione. Ora non ci resta che comprendere, sulla base del principio del karma, il tipo di motivazione che ci ha spinto alla scelta di vaccinarci o meno. Per fare un esempio, credo che la decisione di fare il vaccino covid allo scopo di ottenere il tanto agognato Green pass per poter finalmente godersi le vacanze, mangiare tranquillamente al ristorante o essere liberi di andare al cinema o ai concerti senza limitazione, sia una motivazione fondata sull’ego e non sulla compassione altruista, quindi quasi certamente non andrà a generare un karma particolarmente positivo.
Purtroppo, anche per coloro che si sono dovuti fare il vaccino covid obbligatoriamente e hanno vissuto un senso di rabbia e di frustrazione provocati all’ingiustizia di non aver potuto scegliere diversamente, è probabile che nascano dei semi karmici negativi.
A questo punto, vi espongo anche dove a mio parere sussistano delle motivazioni veramente altruiste basate sulla bodhicitta (termine sanscrito utilizzato nel buddhismo che viene tradotto come compassione equanime), che possono far maturare un karma estremamente positivo.
Credo che la scelta di farsi vaccinare, dettata dal pensiero di voler salvaguardare la salute dei propri familiari ed amici, o dalla volontà di arrestare questo temibile virus che continua ad imperversare mietendo sempre più vittime, sia assolutamente altruista e porti alla maturazione di semi karmici molto positivi.
Magari qualcuno potrà obbiettare al fatto che questo vaccino sia ancora sperimentale (c’è da dire che il Pfizer è stato da poco approvato) e non è detto che sia efficace per tutte le varianti, o comunque non protegga interamente dal virus.
Certo, questa è una possibilità, ma attualmente è anche l’unico sistema di prevenzione che esiste e ritornando al discorso precedente, quello che importa non è tanto quanto potrà incidere, piuttosto la motivazione che ci ha spinto verso la nostra scelta. Inoltre ritengo che un vero bodhisattva (termine che indica colui che compie l’attività per il beneficio degli esseri) debba essere disposto a mettere a rischio la propria vita a vantaggio di quella altrui.
D’altronde non è forse un gesto nobile e profondo decidere di vaccinarsi per un bene più elevato, consapevoli dei rischi che potrebbe comportare un vaccino sperimentale sulla nostra salute, con la speranza che possa risultare utile ai fini di estinguere il covid ed evitare ulteriori morti future?
Si narra che in una delle sue vite precedenti, mosso da grande compassione, il Buddha decise volontariamente di darsi in pasto ad una tigre denutrita per sfamare i suoi cuccioli e sinceramente non credo proprio si sia soffermato a chiedersi se il suo corpo sarebbe bastato al grande felino o se i cuccioli sarebbero comunque sopravvissuti, lo fece e basta, consapevole che li avrebbe aiutati.
È chiaro che questo racconto rientri nella casistica degli esempi più estremi di bodhicitta e probabilmente nessuno di noi sarebbe in grado di compiere un simile gesto, ma sinceramente faccio abbastanza fatica a vedere una qualche motivazione altruistica in coloro che non si vaccinano.
Sono anche giunto a pensare alla remota possibilità che qualcuno possa temere un piano segreto per testare un futuro regime dittatoriale e decida di non farsi somministrare il vaccino covid per difendere questa libertà, anche se francamente fatico a credere a dei simili rischi, anche perché nella storia italiana, vaccini come il vaiolo furono resi obbligatori per tutti, vista la pericolosità della malattia. Grazie al piccolo sacrificio a cui si sottoposero le generazioni dei nostri nonni e genitori, la malattia fu completamente debellata e ho avuto la fortuna di non dover portare le stesse cicatrici sul braccio.
Comunque conosco alcuni lama buddhisti che hanno deciso di non sottoporsi al vaccino covid, siccome i loro maestri li hanno indirizzati verso questa scelta (nel buddhismo tibetano i consigli del lama radice influiscono molto sulle decisioni dei loro discepoli); mentre per esempio il Dalai Lama ha deciso di farsi vaccinare, invitando tutti i suoi studenti a fare altrettanto.
Tuttavia, penso che se il senso di rabbia e di costrizione dovessero rimanere così forti nelle menti di coloro che non vogliono assolutamente sottoporsi all’iniezione, per evitare che si creino dei semi karmici ancora più negativi, probabilmente è preferibile che non vengano costretti a farlo. Ad ogni modo ritengo altrettanto indispensabile dover ricorrere a tutti gli strumenti di prevenzione disponibili per poter arginare e debellare il virus, che purtroppo in qualche modo comportano alcune limitazioni alla libertà personale, ma per prima cosa dobbiamo pensare sempre al bene comune.
Per concludere vorrei raccontarvi brevemente della mia esperienza personale, che di sicuro ha permesso di trovarmi in una posizione privilegiata per discutere di questo argomento, siccome lo scorso anno ho fatto parte del club che ha contratto il covid in una forma mediamente seria.
Tengo a precisare che in quel periodo frequentavo davvero pochissime persone, nemmeno andavo al lavoro, quindi è ancora un mistero la causa che ha dato origine al contagio, anche perché nessuno di coloro che vidi in quel periodo risultò positivo. Non solo, essendo abbastanza giovane e di costituzione robusta, non fumando, bevendo raramente, praticando sport e meditando tutti i giorni, non credevo proprio di entrare a far parte dell’elite dei prescelti dal covid. Quando ebbi i primi sintomi decisi immediatamente di fare un tampone e risultai subito positivo.
All’inizio non avevo paura, ma nonostante i farmaci (antibiotici e cortisonici assunti per via orale) la tosse secca continuava a persistere, la febbre seppur in calo unita ai dolori non mi davano tregua e dopo dieci giorni trascorsi a casa ci fu un peggioramento che mi costrinse ad andare al pronto soccorso, dove mi diagnosticarono una polmonite bilaterale.
Passai all’ospedale quasi undici giorni con la mascherina dell’ossigeno e grazie alle flebo di antibiotici e cortisonici (cura standard) mi ripresi abbastanza velocemente e fui dimesso, ma impiegai un’altra ventina di giorni per ristabilirmi quasi completamente, inoltre i postumi dei dolori muscolari ebbero fine solamente a maggio di quest’anno.
Ebbene, nessuna influenza o malattia precedente mi aveva mai debilitato così tanto come il covid, ormai avevo dimenticato come fosse fatto l’ospedale, prima di questa parentesi.
Arrivato a giugno mi sono poi ritrovato nella stessa situazione in cui ci siamo trovati tutti, ovvero davanti alla scelta di vaccinarmi o meno.
Da una parte, avendo già passato il covid, stavo valutando l’idea di posticipare il vaccino, mentre dall’altra sarebbe stato necessario qualora avessi voluto operare come volontario presso l’azienda ospedaliera. In realtà avevo già prenotato la prima e ultima dose (siccome rientravo nei sei mesi da quando mi ero negativizzato), ma durante la settimana precedente erano cominciati a sorgere alcuni dubbi sul fatto che il vaccino covid potesse risultare nocivo per la mia salute.
Alla fine prevalse la scelta di cominciare la mia nuova esperienza come volontario, pensai che fosse giusto farlo per poter essere d’aiuto alle persone e che grazie a questo gesto nobile non mi sarebbe accaduto nulla di grave. Ora sono ancora qui in ottima salute a scrivervi, inoltre la prossima settimana comincerà la mia nuova avventura sul campo.
A distanza di tempo, posso sinceramente affermare che anche se mi fosse accaduto qualcosa di grave a causa del vaccino covid, o nel caso mi dovessero capitare delle conseguenze negative future (anche se ne dubito), non avrò mai dei rimpianti sulla mia scelta coraggiosa.
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