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    Coronavirus e Buddhismo

    4 anni ago · · 0 comments

    Coronavirus e Buddhismo

    Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, in pochi si preoccupavano che il temibile Coronavirus sarebbe potuto esplodere in Italia con tale rapidità, d’altronde il focolaio dell’epidemia era una minaccia troppo lontana per poterci spaventare sul serio.

    Ogni persona era completamente assorbita dalla caotica e folle routine settimanale, intenta a correre all’interno del perfetto ingranaggio consumistico imposto dalla società moderna, o perlomeno così sembrava, finchè il meccanismo non si è bloccato in modo violento e repentino.

    All’improvviso tutto si è fermato e abbiamo dovuto interrompere da un giorno all’altro tutte quelle attività abitudinarie che ci sembravano fondamentali, ma soprattutto siamo stati costretti a rallentare e dover riflettere sull’importanza del valore della vita e su ciò che ci rende davvero felici, perché non abbiamo mai avuto tempo in questi anni per fermarci e meditare sui temi profondi e veramente importanti dell’esistenza.

    In effetti il rispetto e l’importanza della vita di ogni persona e più in generale di ogni essere, sono davvero l’aspetto più prezioso dell’esistenza stessa, non a caso anche nel buddhismo tibetano nel primo pensiero fondamentale si parla della “preziosa vita umana”, che viene considerata “preziosa” proprio perchè risulta molto difficile da ottenere e tanto facile da perdere.

    Negli insegnamenti buddhisti si parla di sei reami samsarici nei quali poter rinascere, tre inferiori dove alberga uno stato di notevole sofferenza (come il mondo animale) e tre superiori dove invece prevale uno stato di relativa felicità (come quello umano).

    Purtroppo nei regni inferiori l’eccessivo stato di sofferenza ottenebra la possibilità di raggiungere un’alta realizzazione spirituale, mentre in quelli più elevati (come nei reami divini) vi è uno stato di benessere talmente abbondante da indurre una modesta motivazione a svilupparsi ulteriormente.

    Per tali motivazioni il regno umano è considerato il più adatto per poter raggiungere l’illuminazione, poiché la vita umana risulta essere tra le più brevi e permette di sperimentare stati alternati di felicità e di sofferenza, che spingono gli esseri ad avere una forte motivazione nel ricercare la realizzazione Ultima.

    L’illuminazione non è altro che il culmine della realizzazione del principio cosciente presente in ogni essere vivente e corrisponde al raggiungimento della felicità illimitata.

    Ognuno di noi ha il desiderio innato di ricercare la felicità, tuttavia la società ci ha abituato fin dalla tenera età a farlo nel modo sbagliato, convincendoci che la si può trovare solamente soddisfacendo ogni desiderio materiale ed estetico, puntando sulla salute e sull’efficienza fisica, senza pensare che tutto ha un’origine mentale e così abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo concentrati su noi stessi, ad inseguire fantomatici bisogni colmi di aspettative nei confronti della vita, incapaci di goderci a pieno i momenti di gioia che ci regalava.

    Per quanto mi riguarda, il mio percorso spirituale è nato proprio da un momento di riflessione diventato poi ridondante nella testa che mi proiettava verso un’ipotetica età anziana. Mi chiedevo che senso potesse avere la mia esistenza di fronte ad una morte imminente, avendo trascorso un’intera vita ripetitiva ed insignificante, volta esclusivamente all’appagamento personale di necessità effimere, ricca di abitudini insipide ed è proprio questo pensiero che ha originato un cambiamento radicale, sfociato successivamente in un nuovo progetto di vita saggio ed appagante.

    La riflessione sull’impermanenza della vita e l’oggettiva consapevolezza che abbia una breve durata, è il tema portante del secondo pensiero fondamentale del buddhismo tibetano.

    Purtroppo non conosciamo quanti giorni di piena salute abbiamo ancora a disposizione.

    Il Coronavirus ci ha dimostrato quanto siamo fragili e come da un momento all’altro le cose possano cambiare repentinamente.

    Per tale motivo dovremmo cercare di non perdere altro tempo, utilizzando tutte le nostre risorse per indirizzare la nostra mente e la nostra esistenza verso una reale ricerca della felicità, che come abbiamo compreso non dipende dalle circostanze e dagli eventi esterni, bensì dal nostro stato interiore e dalle reazioni che emergono come specchio a tutto ciò che ci accade (differenti e di diversa intensità da persona a persona).

    Ora non ci resta che capire come poter indirizzare la nostra vita verso un cammino luminoso e di conseguenza comprendere le cause che conducono all’essenza della gioia.

    L’attuale stato d’emergenza nel nostro Paese ha contribuito a far riemergere importanti valori dimenticati e calpestati da tempo. Abbiamo potuto constatare diversi esempi di solidarietà e moltissime azioni dettate dalla bontà d’animo, come l’estenuante lavoro del personale sanitario, le numerose iniziative gratuite e le molteplici donazioni, uno specchio dell’amore illuminato. Questo tipo di compassione che abbraccia tutti gli esseri in modo indiscriminato e che non contiene nessun tipo di attaccamento,questa nel buddhismo è bodhicitta. 

    E’ proprio questo amore equanime che dovremmo cercare di sviluppare ai fini dell’ottenimento della felicità ultima.

    Essa consiste nella comprensione che ogni azione negativa fatta o subita è dettata da un momentaneo stato confuso di sofferenza mentale, pertanto non dovremmo prendere come un affronto personale i vari comportamenti dannosi perpetrati nei nostri confronti da altri, come invece spesso accade. In questo modo risulterebbe anche più semplice riuscire a perdonare il prossimo, condannando il gesto senza entrare nel giudizio della persona, oppure perdonare sé stessi, capendo che in quel momento non eravamo abbastanza lucidi per comportarci diversamente.

    Lo sviluppo della bodhicitta (come anche della chiarezza mentale) non lo si può ottenere mediante una comprensione esclusivamente razionale ed intellettuale, come ci ha insegnato il metodo occidentale, ovvero attraverso la lettura e lo studio. 
    Il Buddha ci suggerisce che l’unica possibilità per accrescere queste qualità risiede in una compenetrazione esperienziale, il cui unico mezzo efficace consiste nella meditazione.

    Quest’ultima è un metodo davvero potente per poter osservare la nostra mente, comprenderne le tendenze, sviluppare i talenti e le qualità nascoste, ma soprattutto è indispensabile per poter scoprire la nostra vera natura Ultima che è sempre presente, tuttavia risulta celata sotto innumerevoli veli karmici.

    La riflessione sul karma, ovvero la legge di causa ed effetto, è anche il tema del terzo pensiero fondamentale del buddhismo tibetano e credo che sia l’argomento più complesso da affrontare e da assimilare, tuttavia la sua comprensione risulta essere necessaria ai fini di poter sviluppare una condotta etica significativa, volta al raggiungimento di una felicità reale.

    Il Buddha enunciando il principio di interdipendenza dei fenomeni, ci spiega che l’intero universo è interconnesso, di conseguenza non vi è nessuna cosa esistente di per sé, ma piuttosto ogni fenomeno ha origine in risposta a determinate cause e condizioni.

     

    Nel caso dell’origine e della diffusione del Coronavirus, per esempio, si possono intravedere diversi fattori causali quali i numerosi esperimenti genetici perpetrati nel tempo dall’uomo, la globalizzazione, l’elevato numero di persone che popolano la nostra Terra, la mancanza di anticorpi e di un vaccino efficace etc. mentre gli effetti devastanti sono tuttora sotto la luce dei nostri occhi.

    Analogamente, anche quello che accade a ognuno di noi ha origine in cause da ricercarsi nelle azioni compiute nel passato, che a loro volta producono degli effetti futuri concatenati.

    Un gesto positivo porterà ad un esito di natura positiva e di conseguenza ad un’esperienza di felicità. Al contrario, un’azione negativa avrà inevitabilmente una conseguenza dolorosa che causerà uno stato di sofferenza.

    A questo punto risulta evidente che se vogliamo sperimentare stati di gioia via via crescenti dobbiamo sviluppare la capacità di rinforzare i pensieri e i comportamenti virtuosi, cercando al contempo di evitare idee ed azioni negative.

    L’abitudine a osservare la nostra mente attraverso una pratica meditativa quotidiana, aumenta la presenza e facilita la comprensione delle tendenze disturbanti annidate in ognuno, favorendo così una maggiore libertà d’azione e un graduale miglioramento del karma.

    Possiamo dunque affermare che la meditazione è un vaccino infallibile per debellare il terribile virus della sofferenza!

    La riflessione sulla sofferenza di tutti gli esseri vincolati nel samsara, è anche il quarto pensiero fondamentale del buddhismo tibetano.

    Il Buddha ci insegna che il ciclo dell’esistenza condizionata possiede una matrice illusoria, ma è percepito come reale dalla mente di ogni essere, poiché risulta dipendere dalla legge di causa ed effetto.

    Fintatoché non riusciremo a liberarci dal nostro karma individuale, saremo inevitabilmente costretti a sperimentare continui stati di dolore, come nascite, malattie, vecchiaie e morti all’infinito. Riuscire a capire che qualsiasi esperienza vissuta nel samsara ci porta inevitabilmente a sperimentare patimenti, fa sorgere in noi ulteriori motivazioni e una maggiore determinazione per cercare di raggiungere l’illuminazione, ovvero l’estinzione definitiva della sofferenza mentale e fisica.

    Per arrivare ad ottenere la realizzazione Ultima, il Buddha ci illustra nell’ultima Nobile Verità l’unica medicina infallibile, ovvero il Nobile ottuplice sentiero che consiste nel praticare in modo disciplinato otto fattori indispensabili quali la retta visione, la retta intenzione, la retta parola, la retta azione, il retto modo di vivere, il retto sforzo, la retta presenza mentale e la retta concentrazione, che per ragioni di tempo e complessità preferisco non esporre in questo articolo.

    In concusione vi invito a questa importante riflessione, ovvero che se ci troviamo sul pianeta Terra, se siamo nati in Italia, magari in una determinata città, da una particolare famiglia e stiamo vivendo questa difficile situazione a causa del Coronavirus, dipende esclusivamente dalle condizioni karmiche che abbiamo maturato.

    Anche se per alcuni potrebbe essere un duro colpo cominciare a prendersi le proprie responsabilità, senza poter incolpare più gli altri delle disgrazie che le capitano, ritengo che sia l’unico modo per cominciare con il piede giusto un percorso spirituale sincero.

     

     

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    Matteo Ferrarini Counselor 

    Buddhismo Mantova – Gruppo Milarepa

    Tags: , Categories: Buddhismo

    Matteo Ferrarini

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